Terminare Final Fantasy XV è stato un supplizio

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Final Fantasy XV
Anno: 2016
Nazione: Giappone 
Sviluppo: Square Enix
Giocato su: PlayStation 4
Completato in: ventidue ore estenuanti

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"Final Fantasy XV regala lo stesso appagamento intellettuale di una discussione seria con un no-vax salvinista."
Era da tanto tempo che non provavo un'avversione così profonda per un videogioco, lo giuro.

Final Fantasy XV parte alla grande con un'ambientazione notevole e un comparto artistico di spessore (saper miscelare culture e influenze diverse, pur mantenendo una coerenza di fondo e uno stile affascinante, è prerogativa quasi unica del nipponico popolo), ma bastano una manciata d'ore per venire travolti da una valanga di punti interrogativi, molesti assalitori al soldo del signore della sconclusionatezza.

Il combat system semi-automatico, semi-action, semi-a turno ma zero-interesse è limpido come acqua di pozzanghera e gradevole come acqua reflua, con la vittima acquirente che s'interroga sulla discutibilità del proprio acquisto a ogni battaglia (quelle con i mostri più grossi sono pura demenzialità allo stato brado).

L'intreccio narrativo è il frutto evidente di un processo realizzativo incentrato sull'illogicità, tra buchi, salti temporali, imbarazzo dilagante e l'insinuarsi di un molesto brivido al sentore di puttanata.

Final Fantasy XV mi ha irritato, infastidito, indispettito e, durante l'interminabile boss rush finale, nauseato.

Brutto, brutto, bruttissimo.

Ah, ovviamente ho acquistato tutti i dlc PRIMA di cominciare 'sta Via Crucis, espansioni che MAI toccherò, nemmeno con un bastone.

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