La simpatica signora.

Mentre lavoravo, circondato da quintalate di carne umana in pieno fermento consumistico, vedo avvicinarsi una signora di media età (60 anni, più o meno).
Ha l'aria sfatta, devastata da anni di trucco di seconda scelta applicato con incertezza sopra un viso che non fa nulla per nascondere l'età.
Il passo è incerto, barcollante, forse rassegnato, ma al momento del contatto la nostra sfodera uno strano accento acido, stridulo e fottutamente fastidioso.
Vuole lamentarsi di qualcosa ma non riesce a formulare una parola di senso compiuto.
Lascia uscire una sequenza di suoni senza senso logico, eppure si ferma ad aspettare una qualche risposta, spazientita.
Cerco di concentrarmi per carpire qualche cazzo di cosa ma niente, tutto quel vociare non ha nessun significato, solo cacofonico caos verbale, puro noise vocale.
La signora si agita, incominciando ad innervosirsi per la mancata comunicazione, stupita dalla mia presunta stupidità.
Batte i piedi incominciando a gesticolare in maniera animata.
Io la osservo e sento l'odio nascere.
Vorrei incenerirla con lo sguardo, carbonizzare le sue fottute corde vocali in malora, allungare le mani e strangolarla in preda alla gioia nichilista che incomincia ad ardermi nelle vene.

"Signora senta... Perché non va a rompere i coglioni da un'altra parte?"

La signora impietrisce, ferma come un baccalà scaduto.
Non credeva che potesse andar a finire così, venuta per vincere ed inculata a sangue freddo, senza vasellina.
Non può far altro che girarsi ed andare via, in silenzio, finalmente...

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