Voci nella notte.


Vicino casa mia si trova una villetta utilizzata come raduno dalla locale gioventù in carriera (assessori e figliume di papà assortito, tanto per capirci).
I nostri simpatici amici organizzano festicciole a base di cibarie costose, bevande esotiche e musica chillout, proseguendo sin al sorgere del sole.
Sin qui nessun problema, ma lo strazio incomincia quando i rampanti giovinastri decidono di dedicarsi alla mitica arte del Karaoke (o Caraochei come lo chiama qualche vecchio rincoglionito).
All'improvviso il volume si fà insopportabile, mentre dal frastuono di basi midi per mongoplegici emergono voci dissonanti, lamentose, rantoli di ubriachi e sorrisini di puttane con il buco del culo profumato.
La bolgia infernale si fa sempre più rumorosa, fastidiosa e quelle che prima erano parole sparate a cazzo si trasformano in versi da stupro di massa.

Battisti, Ligabue, Vasco Rossi e compagnia cantando si mischiano alle canzonette da puttan-tour, sin quando i nostri eroi cadono al suolo, stremati dalla fatica e dagli alcolici da fighette, ingozzati come fottuti porci.

Solo allora riesco a pensare con lucidità:
Possano bruciare vivi con i loro microfoni accesi ficcati su per il culo, tanto differenze non ne noterei!

Tu, inventore del Caraogay, possa venire inculato a sangue da milioni di gorilla arrapati, tutti amanti di quella gran troia che ti ha sfornato dal culo!

Morte al Karaoke ed a tutti i suoi seguaci, ora e per sempre!

"Apvausi..."

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