Black Mirror - Stagione 3 (2016)

Charlie Brooker | Netflix

Come scrivevo in questo post, Black Mirror è stata una delle "scoperte" più interessanti di questi ultimi anni. Cinica, crudele e pregna di sottotesti sociologici inquietanti, la serie TV di Charlie Brooker ha saputo descrivere con fredda lucidità il rapporto di reciproca schiavitù che lega uomo e tecnologia. Questa terza stagione, prodotta da Netflix e giunta a noi a Ottobre, continua sul sentiero tracciato dalle precedenti, ma ne altera pesantemente il tono generale. La cattiveria è stemprata, alleggerita, resa più tollerabile e, se l'atmosfera complessiva resta comunque pesante, l'oppressione generata dalle storie passate resta un lontano miraggio, riaffacciandosi con prepotenza solo in un paio d'episodi ("Shut Up and Dance" e "Men Against Fire"). Lo zampino di Netflix si avverte anche dai svariati ammiccamenti rivolti a un target di spettatori ben delineato, trucchetto completamente trascurato nella vecchia produzione, meno attenta a dare il cinque a tutti ma più efficace nel veicolare i propri messaggi. 

La bellezza di non sapere cosa aspettarsi, che si prova una volta iniziata la visione di una nuova puntata, è comunque preservata, perché Black Mirror rimane un'opera di finzione d'alto profilo, scritta, diretta e realizzata da professionisti d'indubbio valore, ma è difficile non dare retta a quella vocina che ti sussurra: "è la più brutta delle tre, vero?".

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