Le interviste di Barbagamer #01: Angelo Franco
Nuovo post ed ennesima, fiammeggiante, rubrica: Le interviste di Barbagamer! Nella giornata di ieri ho pubblicato la mia opinione sull'opera prima di Angelo Franco e, oggi, sono lieto di proporvi una breve chiacchierata con l'autore di Game Saves: Ricordi di un videogiocatore fuori target.
Buona lettura.
Ciao Angelo, direi d'iniziare con una presentazione, più o meno completa, ai lettori del blog. Sentiti libero d'omettere i particolari più sconvenienti.
Ciao Michele. Innanzitutto grazie per la tua ospitalità. Ho 41 anni, sono felicemente sposato e padre innamorato, informatico di professione e videogiocatore per passione. Da quasi 35 anni, ovvero da quando un amico mi mostrò il suo fiammante Atari 2600. Scrivo di videogiochi qua e là per la rete da un paio di decenni, e negli ultimi due anni mi diverto a parlarne nel podcast Gaming Effect insieme a vecchi compagni d'avventura. Per i particolari sconvenienti... bè, alcuni li potete trovare nel libro. Non tutti ovviamente.
Cosa ti ha spinto alla realizzazione di Game Saves: Ricordi di un videogiocatore fuori target e perché proprio un libro?
Innanzitutto scrivere mi diverte, mi appaga, ma non mi ero mai buttato prima d'ora in una composizione oltre... diciamo le 15000 battute di un articolo d'opinione. Ho letto alcuni libri/diari di altri blogger ben più illustri del sottoscritto, trovandoli piacevoli soprattutto per l'effetto suscitatomi, il risvegliare in me ricordi che non rispolveravo da tanto, tanto tempo. Pensandoci bene, poi, mi son detto che forse anch'io avevo qualche ricordo divertente da raccontare. Innanzitutto per me stesso, per incidere quelle vecchie immagini prima che sparissero tra tante altre che, fortunatamente, continuano ad aggiungersi, soprattutto dopo la nascita del mio piccolo ometto. Anche a lui ho voluto raccontarmi, e probabilmente quando mi leggerà avrà la stessa età che avevo io quando iniziai la mia avventura videoludica.
Perché un libro? Perché resta, è concreto, non si perde per la rete, non si frammenta tra le pagine di un blog.
Ho apprezzato moltissimo il tono leggero e colloquiale del tuo lavoro, sempre in bilico tra nostalgia, umorismo e cultura pop. Il tutto è frutto di una precisa scelta stilistica oppure hai cercato di rendere il lavoro accessibile anche ai meno appassionati/informati?
Parlare di scelta stilistica forse è esagerato. Però è vero che avrei anche potuto optare per un tono più ricercato e filosofeggiante, ma avrei forse coperto la spontaneità insita in quei momenti, quella naturale spensieratezza che, soprattutto nei primi anni, fu il fondamento di quel divertimento e di quell'ingenuo senso di scoperta di cui ho scritto in Game Saves.
Quanto tempo ti ha richiesto la stesura del libro? Numero di amici tormentati? Incidenti di percorso? Dicci, dicci!
Ti dirò, ho impiegato qualche tempo per decidermi a cominciare, poi tutto è venuto naturale e fluente. Mese di Agosto, la famiglia al mare dai nonni e io bloccato a casa per lavoro. Diciamo che ho avuto parecchie sere libere :) ecco, la prima stesura non ha preso più di quattro settimane. Il difficile, per la mia esperienza, è venuto dopo. Perché ad ogni rilettura trovavo qualcosa che non mi soddisfaceva, e quindi giù a riscrivere e riformulare. Due settimane intense e ben più pesanti che le precedenti quattro di scrittura libera. Per poi capire che, nella maggior parte dei casi, la prima versione era la migliore. Come dicevo prima, la più spontanea.
In Game Saves ripercorri diversi decenni, tra sistemi da gioco, mode passeggere e situazioni di vita vissuta, ma uno dei messaggi più forti che traspare dalle pagine è l'importanza dell'amicizia, coltivata in anni di passione comune e sana curiosità. Da padre videogiocatore quale sei, che futuro intravedi per le prossime generazioni di gamer, tra caschetti per la realtà virtuale, social network, multiplayer online massivo sempre più immersivo e frenesia del vivere quotidiano?
Ottima domanda, a cui non posso che rispondere con una buona dose di timore per il futuro. Internet e i social ci hanno reso tutti globali e più vicini, ma ci hanno anche allontanato da chi vicino lo era già. E la realtà virtuale, per quanto incredibilmente affascinante, rischia di isolarci ancor di più dal contatto umano reale. Però, sarei ipocrita se non accogliessi ogni innovazione tecnologica come qualcosa di potenzialmente positivo. Il tutto sta nella misura, nell'uso che se ne fa. Mai esagerare, mai abusare. Videgiochiamo, ma non facciamone la nostra prerogativa. Che sia complementare, integrante. E preferiamo sempre il contatto diretto a quello virtuale, a distanza. In altre parole, spero tanto che i ragazzini continuino a stancarsi al campetto, e che poi possano giocare ai videogiochi guardando lo stesso schermo, nella stessa stanza. Il resto è un "in più" che deve ampliare le possibilità e abbattere barriere, non crearne di nuove,
Ma torniamo a parlare di cose veramente importanti: hai già prenotato Nintendo Switch (scrivo queste domande alle ore 19:25 del 20/10/2016)? Tanto Nintendo vince sempre, no? :D
Ci ho provato ma il commesso di GameStop mi ha risposto che ancora non è possibile. Ci riproverò tra qualche settimana quando andrò a ritirare il NES Classic Mini. ;)
Dalle tue memorie videoludiche affiorano piacevoli ricordi di collaborazioni con riviste cartacee e tutto l'entusiasmo incanalato in PlayOnline, seminale sito di videogiochi italiano. Cosa ne pensi dell'attuale critica specializzata? Ritieni che la stampa di settore abbia seguito l'evoluzione del media, oppure dovrà arrendersi all'avanzare inesorabile dell'intrattenimento frivolo offerto dalle star di YouTube?
Domanda complessa la cui risposta richiederebbe decine di pagine. Volendo esser breve, rispondo che la gratuità intrinseca di Internet ha trasformato il contatore di click nell'unico vero mezzo di sostentamento per la stampa specializzata, e in parte anche per quella generalista. E, purtroppo, solitamente non sono gli articoli di approfondimento quelli che portano il maggior numero di visite. Riguardo la capacità evolutiva della critica di settore non ho dubbi, così come della maturità nel capire dove e quanto in là spingersi all'inseguimento dei nuovi trend. La moda degli YouTuber, a mio avviso, è solo fase passeggera: fa benissimo chi riesce a sfruttarne il momento, ma credo debba anche essere cosciente del fatto che non durerà a lungo. Ci sarà sempre qualcosa o qualcuno più nuovo e di tendenza.
Ringraziandoti nuovamente per il tempo concesso a questo minuscolo blog, ti lascio concludere come meglio preferisci.
Grazie ancora per l'ospitalità e soprattutto per aver apprezzato Game Saves. A chi dovesse essere interessato al libro, ricordo la pagina Facebook e quella di presentazione su gamingeffect.it/game-saves, dove è pure possibile ascoltare un breve estratto audio. Per eventuale acquisto, Game Saves: Ricordi di un videogiocatore fuori target è disponibile in versione Kindle e paperback su Amazon.it. Ciao!!!
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