Cosmophony (2015) [REPOST]

Bento Studio, Moving Player | Nintendo Wii U

01/07/2015 - Pixel Flood.

Cosmophony porta impressa sulla propria pelle digitale la bandiera binaria francese in maniera orgogliosa, fiera e spocchiosa. Sviluppato per dispositivi mobile dai tre ragazzi di Bento Studio (Benoit Prunneaux al codice, Severin Labit alla grafica e Dj Salaryman alle musiche), il titolo transalpino ha affermato con vigore l’idea di base che ne ha decretato la nascita: tanto sacrificio porta a tanta soddisfazione. Gli stessi sviluppatori non hanno mai nascosto il proprio malevolo intento, ammettendo che la loro creatura avrebbe appagato i palati di tutti quei videogiocatori delusi ed insoddisfatti dal ridicolo grado di sfida proposto dalla concorrenza. Quella che vado a recensire è la conversione per Wii U portata su l’eShop di Nintendo da Moving Player, software house situata nel parco tecnologico di Sophia-Antipolis, tra Nizza e Cannes.

L’intera esperienza di gioco è asservita alla componente musicale, motore trainante dell’azione mostrata a schermo, azione che si esprime mediante una grammatica debitrice sia agli shooter su rotaia che agli endless runner più elementari. Il giocatore è chiamato ad affrontare cinque livelli colmi d’ostacoli da schivare e triangoli da distruggere, mentre le alienanti tracce drum’n’bass modificano le tempistiche necessarie per il raggiungimento del traguardo, sfruttando ruggiti di synth improvvisi e frammentazioni ritmiche infami per complicare la placida vita del giocatore da divano. Ed è proprio nella cattiveria che Cosmophony affonda le proprie radici.

Arcade. Solo queste sei lettere possono bastare per comprendere appieno l’attitudine del gioco. Nessuno sconto e nessuna pietà, solo tanto puro ed incontaminato trial & error, severo ed implacabile. La reiterazione continua è un elemento concreto dell’intero processo di game design, visto che sbagliare equivale a ricominciare dal principio. Viene in soccorso la modalità pratica che presenta checkpoint selezionabili da cui ripartire, permettendo l’apprendimento lento e doloroso dei pattern richiesti per uscire vittoriosi dall'inferno ricamato da un game designer simpaticamente sadico. Non lasciatevi illudere dai primi due livelli, perché la vera montagna da scalare incomincia sulle note del terzo stage, per culminare nella follia destabilizzante che accoglierà i più impavidi e perseveranti che oseranno affrontare il quinto incubo. A loro riservo la mia più sincera ammirazione…

Sul versante tecnico Cosmophony punta alla pulizia ed al minimalismo spinto, concedendosi qualche folle divagazione giusto nei fondali, invasi da immagini astratte ed apparentemente decontestualizzate, ma che contribuiscono ad innalzare all'ennesima potenza il fattore psichedelico e lisergico del gioco. Eppure, nonostante la sfacciata brutalità, il divertimento e l’appagamento non tardano a farsi strada tra un bestemmione ed un urlo disumano, mentre il mondo circostante si fa sempre più distante ed ovattato, sostituito da un vortice di musica, immagini ed interazione fulminea che genera sincera dipendenza. Peccato che il contenuto effettivo sia sin troppo esiguo e scarno, terminando proprio nel momento esatto in cui si è raggiunta la padronanza necessaria per iniziare a godere dei propri progressi. Il prezzo contenuto (3,99 euro) non permette di criticare a cuor leggero il lavoro dei Bento Studio/Moving Player, ma una sostanza maggiore avrebbe sicuramente giovato sia al gioco che agli acquirenti.

Se cercate una sfida ardua ma soddisfacente e non disdegnate la musica elettronica Cosmophony non aspetta che voi, opportunamente muniti di calendario ed acqua santa s’intende.


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