La Moglie di Frankenstein (1935)

USA | James Whale

Post di Vomicoso.

Ciao a tutti.

Dopo avervi parlato di Frankenstein del 1931 due giorni fa, mi sembra giusto scrivere del suo diretto seguito, sempre diretto da James Whale, e uscito quattro anni dopo, nel 1935: La Moglie di Frankenstein.

Il film comincia con un prologo in cui si vede Mary Shelley, interpretata da Elsa Lanchester (che interpreterà pure la parte della sposa), parlare con il marito di un eventuale seguito della sua storia.
Torniamo al mulino bruciato nel finale del primo film, e vediamo la creatura riemergere dalle fiamme. Uccisi i suoi aguzzini non gli resta che tornare a vagabondare per le campagne. La scena si sposta a casa del Dottor Henry Frankenstein, che sta assicurando alla moglie che abbandonerà per sempre i suoi esperimenti. Ma di lì a poco arriverà a far visita alla coppia il bizzarro Dottor Pretorius, vecchio insegnante di Frankenstein, che gli proporrà di creare una creatura femminile per far accoppiare il mostro e generare una nuova stirpe di esseri umani artificiali. Da principio Frankenstein rifiuterà, ma quando il dottore rapirà la moglie sarà costretto ad accettare.

Da notare che rispetto al primo film qui il budget a disposizione della produzione era molto maggiore, permettendo al regista e agli scenografi di curare molto di più i dettagli del laboratorio e degli altri interni che verranno utilizzati nel film.

Nel frattempo la creatura viene accolta nella capanna di un eremita cieco, che gli offre del cibo e gli insegna anche qualche parola. Purtroppo un cacciatore di passaggio vede il mostro e lo ferisce, costringendolo ancora una volta a fuggire, trovando rifugio in un cimitero dove viene catturato dal Dottor Pretorius. La creatura assiste alla creazione della sua compagna, quando finalmente, in una notte di tempesta, gli scienziati riescono a infondere nuova vita nel corpo morto della donna.

“Tu... fare uomo… come me”
“No. Donna. Farò un’amica per te”
“Donna… amica… sì. Io voglio amica come me!”
(Friendzone alert!)

Purtroppo quando le viene presentato quello che dovrebbe essere il suo compagno, ella indietreggia spaventata, rifiutandolo. Vistosi friendzonato pure dall'unica creatura al mondo simile a lui, il mostro in preda alla disperazione fa saltare in aria il laboratorio, provocando la morte di Pretorius, della “sposa” e di se stesso.

Il film è un capolavoro del fantastico/grottesco di quegli anni, generalmente meno famoso del suo predecessore, pur risultandone migliore sotto praticamente ogni aspetto. Ancora più marcata e riuscita l’interpretazione di Boris Karloff, che riesce a rendere più umana la creatura, donandole sentimenti ed emozioni. Spettacolare anche Elsa Lanchester nei panni della sposa, divenuta anch'essa un icona del gotico. L’acconciatura, consistente in una permanente striata da due meches bianche, danno all'attrice un fascino bizzarro, che aggiunto alla sua figura magra e alta riesce ad essere uno dei più riusciti lavori di maquillage di quel periodo.

Naturalmente per concludere dovrei citare Frankenstein Jr. di Mel Brooks, magnifica ed indimenticabile parodia dei due film, ma penso che ve ne parlerò più avanti in un articolo a parte.

Ma per oggi direi che si può chiudere qui, dai.

L’ultimo spenga le luci e chiuda a chiave.


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