Neurosis - A Sun that Never Sets (2001) [REPOST]
USA | Relapse Records
Post di Michele Ricci.
Seminali e fondamentali, i Neurosis (e sul blog ne ho scritto ben due post, qui e qui) si sono sempre distinti per la fortissima personalità della propria proposta musicale. Nati ad Oakland nel 1985 e dediti a un hardcore alquanto anomalo e sperimentale, nel corso della propria carriera hanno esplorato soluzioni sonore inedite e innovative, rilasciando album neri e corrosivi come i bellissimi "Souls at Zero" (1992) e "Enemy of the Sun" (1993), aggiungendo sempre nuovi tasselli creativi alle ruvide basi metal degli esordi.
Ma è il 2001 l'anno della maturazione definitiva, l'anno di "A Sun that Never Sets". L'ispirazione raggiunge vette d'assoluta eccellenza, imbastardendo il sound della band statunitense con accenni post-rock desolanti, schizzi di campionamenti, synth e un senso di disperato isolamento che corrode il cuore.
Le voci roche e grezze di Steve Von Till e Scott Kelly echeggiano cariche di rabbia e sconforto, sovrastate da pachidermici riff di chitarra, distorti e fangosi, che lacerano le esili melodie su cui si sviluppano le lunghe composizioni dell'album. Non c'è ristoro nei tesissimi momenti di quiete, ma solo l'ennesima attesa asfissiante, un disperato ed inutile tentativo di rimandare l'inevitabile.
"A Sun that Never Sets" è una discesa emozionante ed emozionale nel disfacimento umano, un lento soffocare che riga il volto di lacrime e raschia la carne in cerca delle paure più recondite, nutrendosene con avida voracità.
Capolavoro.
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