L'inquilino del terzo piano (1976)

Francia | Roman Polanski

Post di Michele Ricci.

Un impiegato modesto e impacciato prende in affitto un appartamento succedendo alla precedente inquilina, morta in ospedale dopo aver tentato il suicidio gettandosi dalla finestra.

Questo è l'incipit narrativo che apre "L'inquilino del terzo piano", ennesima pellicola da brivido a portare la firma di Roman Polanski. Nonostante le premesse iniziali alquanto ordinarie, non bisogna aspettare molto per precipitare nell'inconfondibile delirio visivo del regista francese (che figura anche nelle vesti d'attore protagonista).

La critica sociale dell'opera si trasforma in un incubo che mischia con grande sapienza realtà e follia, creando momenti di tensione estremamente palpabile e dall'impatto devastante, con inquadrature e ambientazioni cesellate alla perfezione.

La crescente mania di persecuzione che invade il personaggio principale, vittima di un destino consapevole ma nefasto, è resa vivida e disturbante grazie alle bellissime sequenze oniriche, quadri in movimento affacciati sul mondo degli incubi.

Polanski si conferma uno dei registi  più visionari e angoscianti della storia del cinema, abilissimo nel piegare, deformare e demolire la realtà, creando materia da modellare per mettere in scena la propria visione artistica, accompagnando per mano lo spettatore in un oscuro e affascinante viaggio nella psiche deviata dell'uomo.

Bellissimo.

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