L'alba del pianeta delle scimmie (2011)
USA | Rupert Wyatt
Post di Michele Ricci.
Amo profondamente Il pianeta delle scimmie, film del 1968 che ha dato il via a quattro sequel terrificanti, a una pessima serie televisiva del 1974 e, per concludere in bellezza, a un remake del 2001, a opera di un Tim Burton evidentemente ubriaco, su cui è meglio stendere un velo pietoso.
Avvilito da cotanta merda fumante, mi sono avvicinato a questo prequel/reboot in maniera abbastanza scettica, aspettandomi l'ennesima delusione a base di scimmie logorroiche e uomini in mutande dallo sguardo torvo.
Ebbene sì, Rupert Wyatt (regista britannico con alle spalle l'ottimo Prison Escape) è riuscito a riesumare dalla tomba questo cadavere putrescente, realizzando un film visivamente eccezionale e dal ritmo incalzante, privo di sbavature e fottutamente coinvolgente.
Spetta ad Andy "Gollum" Serkis vestire i panni digitali di Cesare, la scimmia evoluta protagonista del film, mentre agli effetti speciali troviamo la Weta Digital del panzone Peter Jackson.
Il risultato finale è eccellente, con una computer grafica ai massimi livelli, accompagnata da una regia fantasiosa e dalle inquadrature ampie e spettacolari, che non disdegna momenti più concitati e rumorosi.
Si empatizza facilmente con Cesare, con la sua presa di coscienza graduale e sofferta e, al sopraggiungere della giustificata rivoluzione, non si può fare a meno di schierarsi dalla parte dei primati, con tanti saluti per Charlton Heston e la sua collezione di armi da fuoco in oro zecchino.
Terminata la visione se ne vuole ancora e questo è quanto di meglio si possa augurare ad un blockbuster.
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