The Legend of Zelda: Breath of the Wild (2017)
Nintendo EAD | Nintendo Switch (e pure Wii U)
Post di Michele Ricci.
The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha compiuto la più complessa delle magie: risucchiarmi nel suo mondo e spingermi a rimandarne la conclusione il più a lungo possibile, schiavo di un videogioco come ai tempi delle elementari, solo che oggi i quaranta sono vicini e mio figlio riempie di gioia le mie giornate.
Lo gioco da Marzo, un po' alla volta, resistendo al richiamo fortissimo che mi pervade durante la giornata, perché mi basta una semplice passeggiata in una distesa d'erba per stare bene, per sorridere come uno stronzo e ritrovare l'equilibrio.
Per me, il colosso di Nintendo è puro turismo sessuale, eterno stimolo all'esplorazione, sorprese inaspettate, chicche a ogni angolo, colpi di genio come se piovesse e una cura per i dettagli che, vista l'esorbitante quantità di roba stipata nella minuscola cartuccia, mi fa tremare tutto d'empatico esaurimento, solidale verso quel plotone di gente che sonno e vita ha perso dietro la progettazione di questo gioiello.
Potrei passare ore a raccontarvi le strepitose esperienze che Breath of the Wild mi ha regalato, ma solo giocandolo si può comprendere l'abisso che lo separa dal resto degli open world passati, presenti e, quasi sicuramente, futuri.
Ogni sessione in questa spremuta digitale d'ingegno umano mi lascia qualcosa di nuovo da ricordare, qualche paesaggio d'ammirare, anche dopo duecento ore di gioco (spalmate tra Switch e Wii U), cosa che mi manda ai matti per la troppa euforia.
Ora torno a smarrirmi in Hyrule, che la vita vera mi porta via troppo tempo e non voglio spregarne altro.
Fatelo vostro, vivetelo intensamente, vi ritroverete perdutamente innamorati.
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