Your Name. (2016)
Giappone | Makoto Shinkai | 107 min.
Dopo avere invaso la mia bacheca di Facebook per settimane e aver letto opinioni e critiche entusiaste in giro per l'internet, è giunta l'ora di guardare l'ultimo successo di Makoto Shinkai, anche se con un leggero e voluto ritardo.
La caratteristica che lascia di stucco di Your Name. è l'incredibile realizzazione tecnica/artistica, un orgasmo continuo di scenari naturalistici e urbani d'assoluto pregio, coadiuvati da una regia dinamica e da un character design classico ma che non lascia certo gridare al miracolo.
Purtroppo l'ultimo pargolo del regista giapponese ha avuto sul sottoscritto lo stesso deludente effetto di quello trattato in precedenza sul blog (Il giardino delle parole, omaggiato anche in Your Name.): un centrifugato di luoghi comuni, gag sullo scambio di corpo/sesso dei due protagonisti, amore adolescenziale oltre il tempo e lo spazio, finta poetica del cuore nipponico e musiche romantico-nocive a supporto dei vari momenti in cui "oh, ti sei commosso, no?"
Uno spettacolo rigoglioso per gli occhi, noioso per la mente e deleterio per i testicoli: la forma che vince sulla sostanza.
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