Detroit: Become Human, tra morale e intrattenimento.

[OPINIONI, VIDEOGIOCHI]

Detroit: Become Human (2018, Quantic Dream)
Giocato su: PlayStation 4
Completato in: quattordici ore di scelte. 

Playlist su YouTube.

Prova e riprova, evitando le deliranti cazzate con cui era solito mandare in vacca tutto, alla fine, David Cage e Quantic "che posto di lavoro di merda" Dream ce l'hanno fatta: Detroit: Become Human è un gran bel gioco.

La rivoluzione a opera degli androidi, schiavi dell'umano brutto di un prossimo futuro, ci vedrà alla guida di tre personaggi interessanti (Kara TVB), da portare in salvo in un dedalo di scelte sinceramente impressionante che, pur riassumendo una decina d'anni buoni di fantascienza contemporanea, ha saputo emozionarmi, commuovermi e coinvolgere più di quando credessi possibile.

La cura maniacale per i dettagli e la sfarzosa ricostruzione di una Detroit che verrà, uniti a uno sfoggio tecnico pregevole (i vari attori "digitalizzati" passano dallo sconvolgente al più che buono) e una colonna sonora MAGNIFICA (a cui dedicherò un post a parte), confluiscono in un'esperienza densa di contenuti, adrenalinica quando necessario ma a cui è mancato un po' di coraggio nell'approfondire i numerosi temi etici e politici di cui il gioco è pregno, forse per paura di veder fuggire l'acquirente medio.

Ciononostante, Detroit: Become Human è il coronamento di un percorso professionale iniziato molti anni fa, un modo d'intendere la narrazione interattiva finalmente a fuoco e da non perdere.


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