Bayonetta è come il buon vino

[OPINIONI, VIDEOGIOCHI]

Bayonetta
Nazione: Giappone
Anno: 2009 (2018 su Switch) 
Sviluppo: Platinum Games
Giocato su: Nintendo Switch
Completato in: 12 ore a Normal e quasi 20 a Difficile

Bayonetta è il mio action stylish preferito di tutti i tempi, nonostante l'amore profondo che nutro nei confronti di Ninja Gaiden (vecchio e nuovo).

Il gioiello di Platinum Games è il classico esempio di videogioco che sento il bisogno di rigiocare a cadenza quasi annuale, acquistandone versioni su versioni (ho preso anche il vergognoso port PS3, mai concluso), perché il bello va finanziato, supportato, amato e condiviso.

Potevo evitare la succulenta versione Switch, privandomi così del piacere di falciare schiere di fottutissimi angeli mentre inseguo mio figlio per casa? Ma certo che no, e sono ricaduto nel gorgo d'azione frenetica e cristallina della meravigliosa Strega di Umbra.

Lo strabordante moveset offensivo brilla oggi come ieri, serrato, naturale e completo di tutte le finezze che lo hanno reso indimenticabile, con quella sensazione di padronanza e pieno controllo, acquisita scontro dopo scontro, che da sola vale il prezzo di più biglietti.

Inanellare lunghe combo mentre si schiva, si zompa e si scatenano uragani di mazzate e proiettili, fa palpitare il cuore di pura estasi, estasi che si trasforma in esaltazione assassina quando s'affronta l'avventura a Difficile, con un bilanciamento di bestemmie e amore che reputo ottimale (salire ulteriormente richiede dedizione zen).

Sì, qualche sbavatura c'è e alcune boss fight scadono troppo presto in una sequenza di pattern leggermente prevedibili, ma la polpa è così ricca, gustosa e succulenta che lamentarsi di queste minuscole cazzate è una pratica che ritengo superflua.

Bayonetta è stato, è e sarà un tassello fondamentale del mosaico del puro action giapponese DOP, esagerato, giunonico, indispensabile e d'inestimabile eccellenza.

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