Amore e odio ai tempi di Furi

[OPINIONI, VIDEOGIOCHI]

Tempo di lettura: 1,56 minuti

Furi
Nazione: Francia
Anno: 2016 (2018 su Switch)
Sviluppato da: The Game Bakers
Giocato su: Nintendo Switch
Completato in: 12 ore di blasfemia e camminate
"Un po' shooter e un po' action, tosto come il marmo, graziato da uno stile gustoso e da musiche retrowave di qualità, Furi non sboccia completamente per colpa di un lieve e fastidioso input lag."
Già provandolo su PlayStation 4 avevo intuito l'infamia di Furi ma, per vari motivi, avevo svogliatamente rimandato lo scontro, divenuto improcrastinabile alla luce del port per Nintendo Switch, acquistato approfittando del primo sconto sostanzioso capitato a tiro.

Al netto di un dimezzamento del frame rate (non sempre ancorato ai 30 fps e pesantemente influente sul godimento del gameplay nudo e crudo) lo shooter-action-retrowave fashion game dei The Game Bakers risulta abbastanza godibile anche in modalità portatile, non senza una sgradevole mancanza strutturale.

Furi esige tempo, dedizione e memorizzazione perché nel proprio codice c'è poco spazio per l'improvvisazione tecnica, con il cozzare di spade che lascia presto il campo al giusto posizionamento nell'arena di battaglia e alla corretta lettura della fase d'attacco nemico, in un alternarsi di fasi pseudo bullet hell (il boss "segreto" titilla quelle corde lì) e puzzle d'azione che sanno frustrare ma risultano appaganti una volta preso il giusto tempismo.

In un meccanismo così temporizzato una risposta dei comandi anche minimamente in ritardo può mandare tutto in vacca e Furi, almeno su console Nintendo, accusa un input lag minimo e costante, lacuna con cui bisogna imparare a convivere nonostante la giustificata stizza suscitata.

Lo stile grafico mi ha sinceramente incantato, la colonna sonora retrowave sottolinea con gustosi motivi sia le parti cripto-narrative che gli scontri furenti con i dieci boss e la commistione di generi differenti è orchestrata con gusto, ma manca quella sensazione di controllo certosino e fluido che è il cuore pulsante delle fonti d'ispirazione a cui gli sviluppatori hanno attinto, fonti onestamente ringraziate nei crediti finali.

Come esordio non c'è male e sono sicuro che i The Game Bakers sapranno stupirmi in futuro.

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