Ciao Dragon Quest, ti ho voluto quasi bene

Dragon Quest XI S: Echi di un'Era Perduta - Definitive Edition
(2019 | Square Enix | Nintendo Switch) 

GIUDIZIO BREVE:
Ho grindato senza un domani, mi è piaciuto, è più tradizionale della polenta con la salsiccia di porco, Final Fantasy XV suca e mi ha lasciato ben poco, giusto dei buoni personaggi e qualche momento demezialToriyama, pure quello scontatuccio. 

GIUDIZIO (UN PO') PIÙ APPROFONDITO:
Centodieci ore di tradizione, fede, grinding. Centodieci ore di Dragon Quest XI, il solito Dragon Quest, il classico Dragon Quest.

Nulla è cambiato nel cuore pulsante di una delle sage JRPG più amate, acquistate e longeve della storia dei videogiochi, e se la tecnica si aggiorna, arricchendosi di piacevolezze estetiche d'indubbio pregio, l'anima giocosa del titano Square Enix continua a sollazzarsi con infiniti scontri a turni, ricerca compulsiva di materiali rari per il crafting dell'equipaggiamento più potente (ma gli snellimenti inseriti facilitano di molto l'operazione), missioni secondarie non particolarmente brillanti e lunghe passeggiate a ritroso, impattanti sul montante ore e sulla godibilità complessiva.

L'intreccio narrativo, perennemente in equilibrio tra i cliché tipici del genere ed epica adolescenziale, è vittima di numerosi attentati al ritmo, assalti sventati da un cast di personaggi ben caratterizzati e in grado di calamitare l'attenzione per tutta la durata dell'avventura, nonostante l'aderenza totale ai dettami della scuola nipponica.

La magnificenza di Dragon Quest V è un lontano miraggio da cui è inutile farsi ammaliare e l'ultimo, poco coraggioso, viaggio proposto dal franchise resta l'ideale per chi è alla ricerca di un gioco di ruolo giapponese nudo e crudo, aggiornato ai giorni nostri in accessibilità e fieramente tradizionale.

A scanso d'equivoci: quel mattone insopportabile di Final Fantasy XV può accompagnare solo, sia ben chiaro.

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