Gradius Gaiden (1997)

[videogioco #51] [ShootingFesta #42]

1997, KCET/Konami - PlayStation
Finito su PlayStation 3
<1CC Easy, Konami code>

"Papà, perché mia sorella si chiama Baby?"
"Perché a tua madre piace moltissimo Dirty Dancing."
"Grazie padre."
"Prego Gradius Gaiden, mio prediletto."


Accantonando per un attimo l'importanza storica del primo Gradius e la bellezza assoluta di GOFER No Yabou, Gradius Gaiden per PlayStation resta attualmente il picco più alto toccato della serie, nonostante l'eccellenza del quinto capitolo ad opera di quei geni folli di Treasure (ma di ne parleremo in un prossimo futuro).

Lo shooting game di KCET (lo studio Konami residente a Tokyo) è una lettera d'amore ai fan storici con uno sparatutto incredibile cucito intorno, una summa di citazioni (il cimitero dei Core mette il magone), momenti iconici (il finale è toccante), sequenze al cardiopalma (la boss rush andrebbe incisa su tutti i muri), epica siderale, azione mozzafiato e brillantezza del gameplay, rifinito maniacalmente da professionisti con altrettanto rispetto verso il brand. 

Quattro astronavi (Vic Viper, Lord British, Falchion Beta e Jade Knight), caratterizzate da differenti setup offensivi, nove meravigliosi stage, sette livelli di difficoltà tra cui scegliere e tutto, ma proprio tutto, il retaggio giocoso ed emotivo che questo franchise ha donato, senza mai lesinare in ceffoni/calci in culo, lungo tanti anni di fulgido sparare.

La sfida proposta è bella tosta ma scalabile alla bisogna, con la possibilità di continuare e sbloccare il free play dopo dieci ore di sconfitte o con un 1CC carico d'orgoglio a Normal (sono molto vicino all'impresa, cazzo!)

Da standing ovation l'opulenza estetica, la varietà musicale e la solidità tecnica, serve ubbidienti di un flow di gioco perfetto, serrato, ipnotico e viscerale, mnemonico come il genere pretende ma che lascia spazio alla reazione d'impulso, quella più prossima all'onanismo tantrico.

Se potessi consigliare un solo titolo della saga ad un verginello degli shooting game la mia scelta sarebbe certamente Gradius Gaiden, un manifesto giocabile dell'immortalità delle opere fatte bene, delle opere fatte con passione, delle opere che bisogna tramandare alle future generazioni per renderle migliori (e con riflessi guizzanti).

Imprescindibile. 


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