Shin Jinrui: The New Type (1987)
[videogioco #50] [ShootingFesta #41]
1987, Rix Soft/Hudson Soft - Famicom
Finito su Android TV (RetroArch)
<1 loop, save state, prossima santità>
Storie di ciclica violenza nella preistorica landa.
Conosciuto fuori dal Giappone come Adventures of Dino Riki, Shin Jinrui: The New Type è un maledetto figlio di Satana evocato da Rix Soft (in combutta con Hudson Soft), software house deceduta male poco dopo la pubblicazione di questo agglomerato di frustrazione e fastidio su Famicom, nel 1987.
Il mio pacato disappunto nei confronti di questo shooter verticale misto a platformer è legittimato dal bilanciamento bislacco della difficoltà, dovuto ad un level design non proprio brillante e ulteriormente annichilito da lunghe sezioni a piattaforme che richiedono un anticipo dell'azione che spesso conduce a morte certa, visto l'arrivo improvviso di frotte di nemici, ostacoli al proprio sparo, burroni e altre infamate brutte.
Dei logoranti (per il divertimento) combattimenti con i quattro boss presenti, che paiono non finire più, battono il chiodo finale sulla bara del gradimento personale, già freddo e defunto a suon di garbati inni alla gioia cosmica.
Shin Jinrui: The New Type è pure piacevole, per quanto asciutto, nella sua cosmesi preistorica e sulle prime sembra stuzzicare la giusta curiosità, ma la ripetitività mortale delle ondate avversarie, il lento susseguirsi di schiaffi e il noioso lamento sonoro acuiscono la sensazione di nervosismo, che da latente fiorisce in mille petali d'odio e repulsione.
Mi sono costretto a finire il primo giro (il gioco non ha conclusione, giusto per ribadire la propria natura di tortura emotiva tendente all'infinito masochismo) e mai più ci tornerò sopra, ma forse è un difetto mio, forse non siamo mai andati d'accordo, forse l'ho preso per il verso sbagliato, è tanto un bravo ragazzo, non ha fatto mai nulla di male, è amico di Jeisù, che ci guarda da lassù.
Ciao Dino Riki, impara agli angeli la pazienza nella sofferenza.
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