Il cavallo di Torino (2011)
[film e corti #343]
-info-
Titolo originale: A torinói ló
Regia: Béla Tarr
Sceneggiatura: Béla Tarr, László Krasznahorkai
Nazione: Ungheria, Francia, Germania, Svizzera
Durata: 150 minuti
L'Apocalisse in una sperduta casa di campagna spazzata dal vento.
"Il cavallo di Torino" è il primo contatto del sottoscritto con il cinema di Béla Tarr, incontro al quale sono arrivato non senza il timore d'essere impreparato, privo di chiavi di lettura idonee per decifrare, almeno in parte, la poetica del regista ungherese.
Partendo da un avvenimento cardine nella vita di Friedrich Nietzsche, Béla Tarr prova ad immaginare cosa possa essere accaduto al cavallo il cui destino tanto scoramento ha procurato al filosofo tedesco, ed il risultato di questo immaginare è una delle opera più nichiliste, disperate ed opprimenti di cui sia stato spettatore, fruitore, vittima volontaria e consensuale.
Nel nulla di una masseria di fine '800, con un vento incessante a tiranneggiare nel morto paesaggio rurale, si consumano le vite di un padre e di una figlia, vite all'insegna dell'essenziale, della miseria, della fatica e della ripetitività: gesti meccanici, sempre uguali, in un soffocante e monotono loop quotidiano dai ritmi scanditi e dai ruoli ben marcati, inviolabili.
Spogliati di ogni emozionalità, incapaci anche solo di concepire pensieri nobili, bellezza artistica e ricchezza d'animo, le due creature arrancano in una ciclicità inamovibile per mero spirito di sopravvivenza, soffocate in un silenzio ostinato, rassegnate ad un vuoto morale e materiale che possono solo subire, senza alcun Dio, speranza, volontà o possibilità che possa sottrarli all'oblio eterno, al freddo oscuro ed infinito dell'entropia, alla corruzione intrinseca nell'esistenza stessa delle cose, viventi e non.
Opere d'arte così profonde, destabilizzanti e meravigliosamente dolorose come "Il cavallo di Torino" vanno vissute in prima persona e non raccontate malamente, perché non c'è altro modo per avvicinarsi ad esse, uscendone squartati e diversi.
Stupendo.
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