Le venti giornate di Torino (1977)
[romanzi e racconti #106]
-info-
Autore: Giorgio De Maria
Nazione: Italia
Editore: Frassinelli
Tipologia: romanzo
• Durante venti afose giornate torinesi, si abbattono sulla città siccità, insonnia collettiva, cittadini come fantasmi per le strade, grida inumane, statue che paiono animarsi e brutali omicidi, mentre nella Biblioteca le confessioni più morbose della popolazione possono essere lette da chiunque voglia.
Beffardo come sia stato un post su Facebook a spingermi alla lettura di "Le venti giornate di Torino", proprio uno dei social network profetizzati nel romanzo di Giorgio De Maria con l'idea dell'angosciante Biblioteca, luogo in cui scavare nel torbido dell'animo umano, svelando l'identità degli anonimi autori dietro lauto compenso, un'istituzione creata e gestita da "giovanotti ben pettinati e ben vestiti, senza traccia di peluria sui volti sempre rosei e sorridenti".
Ricercato nella prosa e serrato nel ritmo, l'artista torinese evoca tensioni orririfiche portentose, un perpetuo lirismo weird che sguazza nella paranoia, raccontando la claustrofobica solitudine sociale dell'uomo moderno con una lucidità che mette i brividi, utilizzando con letale affilatezza le parvenze di una ghost story metropolitana.
Cazzo, non riesco veramente a contenere la felicità per la scoperta di un capolavoro così asfissiante, sconosciuto e maledetto, pura letteratura fatta dei pensieri, delle visioni e dello scandagliare la realtà di una mente lungimirante e acuta, mente di un artista morto mezzo barbone, folle, fanatico religioso, alcolizzato e imbottito di benzodiazepine.
Indispensabile, oggi più di ieri.
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