The Shrouds - Segreti sepolti (2024)
[film e corti #548]
-info-
Titolo originale: The Shrouds
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Nazione: Canada, Francia
Studio: SBS Productions, Prospero Pictures, Saint Laurent Productions
Durata: 119 minuti
Disponibile nei cinema (dal 3 Aprile 2025)
• Trama
Affranto per la morte dell'amata moglie, un ricco imprenditore finanzia degli avanzati sudari hi-tech che permettono la visione tridimensionale, in tempo reale e su un'apposita app, della salma del caro estinto, ma la devastazione dolosa di un cimitero di proprietà dell'uomo metterà in moto la macchina occulta del sospetto.
Rimbomba forte nella sequenza iniziale di "The Shrouds - Segreti sepolti" la natura autobiografica dell'opera, sia nel lutto che accomuna autore e personaggio (la moglie di David Cronenberg è morta nel 2017 dopo oltre quarant'anni di matrimonio), che per l'estrema somiglianza estetica di Vincent Cassel con il regista.
Partendo da un dolore intimo e privato, David Cronenberg spinge al limite la riflessione sull'accettazione del lutto, sulle difficoltà di lasciare andare quel corpo che tanto si è desiderato, ardentemente esplorato e perdutamente amato, quella calda carne familiare divenuta il proprio mondo che la malattia deturpa, la medicina devasta, la sofferenza allontana e la morte cancella.
Tormentato da una ferita che non può rimarginarsi, il protagonista entra in un vortice di paranoia in cui il regista fa confluire molti argomenti spinosi del nostro presente/futuro prossimo, come l'invadenza delle intelligenze artificiali, la capillarità del potere politico in balia delle multinazionali tecnologiche e la pericolosa pervasività della dilagante mentalità del complotto.
Verboso, ridondante, filosofico, ramificato e privo di risposte concilianti, "The Shrouds - Segreti sepolti" sa rendere struggente e fragile un corpo mutilato oppure girare a vuoto inseguendo l'ennesima pista falsa, vive in un'atmosfera d'ovattato sconforto, che ripudia la spettacolarità, mentre s'incammina in un sentiero argomentativo dai confini contorti, assolutamente coerente con la poetica decennale di una delle menti viventi più criptiche, stimolanti e geniali della settima arte.
Sempre e comunque, lunga vita a David Cronenberg, alla sua arte unica, patologica e profondamente umana.
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