Mindhunter - Stagione 2 (2019)
Quando una sceneggiatura così brillante, avvincente e meticolosamente focalizzata riesce a dare vita a personaggi tridimensionali e realisticamente imperfetti, con cui l'empatia è immediata, si è di fronte a una creazione preziosa: un gioiello dell'intelletto umano destinato a lasciare un segno indelebile.
La serie prosegue l'indagine pionieristica degli agenti dell'FBI Holden Ford e Bill Tench sull'emergente fenomeno dei serial killer, affinando con precisione chirurgica la già ottima base di partenza, riuscendo a penetrare nelle viscere dello spettatore con una naturalezza che lascia senza fiato.
In particolare, il team si trova ad affrontare gli inquietanti omicidi di bambini e ragazzi afroamericani ad Atlanta (1979-1981), una delle sfide più oscure e complesse nella storia del profiling criminale, mentre le interviste con noti assassini seriali, tra cui il famigerato Charles Manson e David "Son of Sam" Berkowitz, intensificano la pressione psicologica sui protagonisti.
L'infamata più clamorosa fatta da Netflix di chiudendo anticipatamente la serie la dice lunga sullo stato barbarico dell'utenza media della piattaforma streaming ma, mai come in questo caso, il viaggio vale molto di più della metà finale, e Mindhunter resisterà allo scorrere del tempo come esempio virtuoso di creazione artistica da consegnare ai posteri.
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