PPPP [1]: Assassin's Creed #01

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Introduzione a PPPP

Titolo: Assassin's Creed
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Uscita: Novembre 2007
Piattaforme: PlayStation 3, Xbox 360, PC

Giocato su PlayStation 3

Sessione #01
Data: 22/11/18
Ora inizio: 00:10
Ora fine: 01:45

I fatti
Due medici (un vecchio testa di cazzo e l'assistente bionda) cercano d'estrarre dalla memoria di Desmond Miles (un barista/killer/"io non ho fatto niente" con la faccia da pesce lesso) i ricordi del famigerato Altaïr, assassino che durante la Terza Crociata ne ha mandata di gente al creatore, lì in Terra Santa.

Collegato all'Animus (un software ovviamente prodotto da Microsoft), Desmond rivive le gesta dell'avvo, incastrato nella secolare guerra tra  Assassini e Templari.

Il bianco uccisore fa un mezzo casino, subisce un assedio, manda su tutte le furie il boss (un altro decrepito stronzo) che prima lo uccide e poi "no scherzavo, ti tolgo tutte le abilità, ti appioppo nove cattivissimi simpatizzanti della Lega da infilzare e ti saluto".

Veloce come un furetto, Altaïr trova il primo dei bersagli, lo passa alla lama dopo un imbarazzante scontro pieno d'educazione ed è pronto per continuare la missione.

Gli appunti
  • La prima cosa che mi ha colpito è la sporcizia dell'immagine, un pesante velo di rumore video a cui bisogna abituarsi.
  • I controlli sono leggermente meno fluidi di quanto ricordassi e la camera tende spesso a incastrarsi, impazzendo per qualche istante.
  • La forte impronta cinematografica dell'esperienza è concreta e ben inscenata, anche per merito della sfiziosa possibilità di cambiare l'angolazione durante le scene d'intermezzo.
  • Lo spazio che collega una città all'altra è più un ampio corridoio che un pezzo d'open world, riempito di tristi collezionabili e guardie poco sveglie, ma l'arrivo a Damasco, con quella strada polverosa che si snoda fin nella pianura desertica, fa ancora il suo porco effetto.
  • Dover uccidere il primo bersaglio con un combat system monco (ché anche al massimo del suo splendore non è certo un bel giocare) non è propriamente un'attività divertente, anzi.
  • L'atmosfera generale, l'ambientazione e l'aura da complotto secolare sono molto intriganti ma Desmond, una volta tornati al presente, è difficile da digerire.
  • Damasco latita di bambini ma pupula di mercanti zelanti.
  • Le animazioni sono fighe ancora oggi, tranne quelle buffe del cavallo.
  • Il controllo di Altaïr alterna fuidità a inciampi, incastri e attimi di panico, con mezza città alle calcagna e il nostro alter ego tutto preso a strusciarsi al banchetto del pesce.
  • Ho apprezzato l'estrema tolleranza nella ricerca degli indizi sulle persone d'assassinare: dopo aver sincronizzato un paio di punti d'osservazione e con due taccheggi sbrigativi, l'ignaro stolto è bello che identificato.
Conclusione
Il fascino del gioco Ubisoft resiste al trascorrere del tempo e, nonostante una rigidità che non ricordavo, il tempo è volato via piacevolmente.

Una curiosità
Il doppiatore italiano di Desmond/Altaïr è stato Paolo De Santis, un caro amico che ho avuto il piacere di conoscere e frequentare per tante estati nel mio paese natio, in Molise.

Al tempo, dopo aver giocato ad Assassin's Creed ed essermi recato verso il baretto di fiducia, trovarmi a parlare di cazzate con Paolo mi ha creato qualche divertente cortocircuito mentale durante le sessioni successive, con conseguenze spesso molto buffe.

Bene, per oggi è tutto, vi saluto e alla prossima.

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