Giornata di pausa #3: se mi lasci ti Red Dead Redemption II.

[RUBRICA, VIDEOGIOCHI]

Se il rapporto d'amore quasi morboso instaurato con The Legend of Zelda: Breath of the Wild può risultare eccessivo e MALATO (ma è principalmente libero e GIOIOSO), la tresca notturna con Red Dead Redemption II (caspiterina ladra malsana assassina sì, porto avanti due giochi open world alla volta, a quarant'anni, con lavoro, figlio e senza sonno!) è più simile a quella con la tipa/o veramente stronza/o che riesce comunque a farti battere il cuoricino forte forte (...)

Ho approcciato il gioco a muso duro, missione dopo missione, costretto a seguire fedelmente il copione scritto da Rockstar Games ("riparati dietro quella roccia lì, sì proprio quella!", "spara prima al tizio a destra!"), attore di un "western interattivo" bello, spettacolare e tutto quello che volete, ma così imbrigliato e limitato dalle scelte degli autori da farmi strappare i peli dal petto e lanciarli in giro come coriandoli per i nervi (sono al terzo capitolo).

Poi decidi di darti al cazzeggio libero e vai a caccia, rannicchiato dietro a un cespuglio per sorprendere quel bel cervo paffuto e scoppia un temporale e vedi in lontananza una luce e il sole cala velocemente e...

... senti il famoso "click" tra stomaco e petto, sorridi con l'aria di chi questa sensazione la conosce e pensi che i videogiochi sono proprio 'na bella cosa quando la tua storia la giochi tanto e l'ascolti raccontare giusto un pizzico di meno.

Il guaio è che Red Dead Redemption II è sia amore che odio, libertà e schiavitù, ventricina e sushi, tutto shakerato insieme e spesso a distanza di qualche minuto di gameplay e 'sta natura duale mi manda ai pazzi, mi confonde.

Mi esalto bestemmiando, ecco.

Cavolo, ho scritto 'na pappardella bella lunga per gli standard del blog, meglio fermarmi qui.

Ah, aspetto la fine per vergare l'opinione ultima mia, e così sia.



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