Rise of the Tomb Raider (2015)

USA | Crystal Dynamics
Giocato su PlayStation 4 PRO

[OPINIONI/VIDEOGIOCHI]

Ricordo d'aver giocato con molto sollazzo alla precedente avventura della Croft e, certo di trovare il medesimo appagamento #manocchiorecchio (hashtag di cui vado fiero, lo ammetto), ho avviato Rise of the Tomb Raider in relativa tranquillità. 

Il secondo atto della rinata (e ansimante ai limiti del torture porn più becero) esploratrice tombale non è altro che la versione potenziata, ampliata, aggiornata e con il trucco rifatto del precedente episodio, confezionato a modo e con una buona quantità di denaro alle spalle. 

Ma c'è un ma grosso così nella produzione Crystal Dynamics che mi sento di riassumere con questo esempio: hai presente quei ristoranti dove paghi una quota fissa e mangi a sbafo tutto quel che trovi, nelle porzioni che preferisci?
Bene, può capitarti la pietanza sfiziosa (le Tombe opzionali, la resa estetica), la carbonara fatta un po' con il culo (il combat system) e quel porco arrosto che ti procura acidità di stomaco per le successive 48 ore (la "storia" [AHAHAHAH] e i "personaggi" [MAMMA AIUTAMI TU!]), ma tu sei di bocca buona e vuoi assolutamente rimpinguarti come se ci fosse solo un domani di fame e carestia, e allora ci torni ogni fine settimana, preferibilmente in solitaria, a farti del male, consapevolmente.

Insomma, Rise of the Tomb Raider ha tonnellate di roba da fare (sia in singolo che in multi), modalità alternative come se piovesse, ottima tecnica e pure dei bei capelli, ma ad avventura conclusa (ho impiegato quasi dodici ore a difficoltà normale) non ho portato con me nessun momento, nessun (orribile) dialogo e neanche un straccio di personaggio almeno lontanamente interessante. 

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